L'alternativa allo stato attuale delle cose, che consente il passaggio delle grandi navi da crociera attraverso il centro della città lagunare (canale della Giudecca, a fianco del bacino di San Marco) con un impatto visivo (vd. foto) e ambientale pauroso, non è soltanto quella di cui abbiamo parlato ieri (nuovo terminal alla bocca di porto di Lido-San Nicolò).
Ce n'è un'altra che prevede di far passare le grandi navi da crociera per la bocca di porto di Malamocco, imboccando il "canale dei petroli", percorso dalle navi petroliere dirette a Porto Marghera, e farle deviare per la Stazione marittima mediante il canale della Contorta, che però dovrà essere scavato e adattato al passaggio dei colossi galleggianti. Infatti, attualmente il canale è profondo 2 metri e largo 14, ma dovrebbe allargarsi fino a 190 metri ed esser scavato fino a 10 metri.
A prima vista sembrerebbe una soluzione più semplice da realizzare (rispetto al progetto Venis Cruise 2.0) e forse meno costosa. O forse no, visto che si parla di 170 milioni di euro.
Ma anche in questo caso i problemi di impatto ambientale non mancano e numerose associazioni (Italia Nostra, Venezia cambia 2015, Gruppo 25 aprile, Ambiente Venezia,
Comitato No Grandi Navi, Venessia.com, Gruppo Poveglia, Venezia Viva) si sono mobilitate contro il progetto e vi sono obiezioni molto consistenti di autorevoli esperti che ritengono il nuovo canale estremamente intrusivo nel sistema lagunare e fonte di ulteriore inquinamento, per l'allungamento del percorso e la permanenza delle navi in Stazione marittima a ridosso del centro storico.
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