lunedì 15 dicembre 2014

Sette piani




C'era una volta un distributore di benzina (foto 1) ormai in disuso che occupava un triangolo di terreno tra due strade urbane (foto 2), una delle quali è tuttora un viale in parte alberato, una zona residenziale, con ville e palazzine al massimo di quattro piani. Quel triangolo poteva forse essere restituito alla città creandovi una bella aiuola di verde.
Ma non la pensavano così i geni dell'urbanistica dell'epoca, una decina d'anni fa, quando ancora non c'era la crisi economico-finanziaria e si costruiva su qualsiasi fazzoletto di terra. E così in quel triangolo è sorto un bel palazzo di sette piani, che non a caso evoca il racconto/incubo di Dino Buzzati, qualcosa che ha che fare con la follia e l'alienazione più che con l'architettura e l'urbanistica (foto 3). Posto a sud rispetto al viale residenziale delle villette, l'obbrobbrio costruttivo era ed è destinato a togliere loro sole e luce.



Poi è venuta la crisi e tutto è andato a rotoli. Il risultato? L'orrido e minaccioso scheletro di cemento è ancora lì, sette o otto anni dopo, a violare lo skyline cittadino (foto 4). Per quanto tempo ancora resterà lì? E cè persino il pericolo che venga portato a termine?


Non sarebbe opportuno ammettere l'errore di aver concesso un'autorizzazione simile e abbattere l'ecomostro?

sabato 25 ottobre 2014

Grandi navi a Venezia

L'alternativa allo stato attuale delle cose, che consente il passaggio delle grandi navi da crociera attraverso il centro della città lagunare (canale della Giudecca, a fianco del bacino di San Marco) con un impatto visivo (vd. foto) e ambientale pauroso, non è soltanto quella di cui abbiamo parlato ieri (nuovo terminal alla bocca di porto di Lido-San Nicolò).






Ce n'è un'altra che prevede di far passare le grandi navi da crociera per la bocca di porto di Malamocco, imboccando il "canale dei petroli", percorso dalle navi petroliere dirette a Porto Marghera, e farle deviare per la Stazione marittima mediante il canale della Contorta, che però dovrà essere scavato e adattato al passaggio dei colossi galleggianti. Infatti, attualmente il canale è profondo 2 metri e largo 14, ma dovrebbe allargarsi fino a 190 metri ed esser scavato fino a 10 metri.




A prima vista sembrerebbe una soluzione più semplice da realizzare (rispetto al progetto Venis Cruise 2.0) e forse meno costosa. O forse no, visto che si parla di 170 milioni di euro.
Ma anche in questo caso i problemi di impatto ambientale non mancano e numerose associazioni (Italia Nostra, Venezia cambia 2015, Gruppo 25 aprile, Ambiente Venezia, Comitato No Grandi Navi, Venessia.com, Gruppo Poveglia, Venezia Viva) si sono mobilitate contro il progetto e vi sono obiezioni molto consistenti di autorevoli esperti che ritengono il nuovo canale estremamente intrusivo nel sistema lagunare e fonte di ulteriore inquinamento, per l'allungamento del percorso e la permanenza delle navi in Stazione marittima a ridosso del centro storico.

venerdì 24 ottobre 2014

Grandi navi a San Nicolò

Accantonato il progetto di cui parlavamo circa due anni fa, ora su San Nicolò, sulla bocca di porto di Lido e anche sulle spiagge della penisola del Cavallino, incombe una nuova minaccia: la costruzione di un pontile per l'attracco di 5 grandi navi da crociera, per evitare che entrino in laguna e per consentire con catamarani elettrici il trasbordo dei turisti dal nuovo terminal per grandi navi alla stazione marittima.
Il progetto, denominato Venis Cruise 2.0, elaborato da Duferco Italia Holding, DP Consulting Srl e Duferco Engineering, dotato di studi idrodinamico, meteo marino, geologico, di inserimento ambientale e paesaggistico, di logistica dei flussi turistici, prevede l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (impianto fotovoltaico, impianto mareomotore, idrotermia, pale mini eolico) e una spesa complessiva di 127.263.000 euro per l'attuazione del nuovo terminal per grandi navi da crociera all'esterno della laguna, ma comunque all'interno della bocca di porto.
Come si vede molto chiaramente dalla serie di immagini che seguono, tratte dal progetto originale, 5 grandi navi sosterebbero permanentemente all'interno della bocca di porto, a pochissima distanza dalle due dighe, quella nord di Lido San Nicolò e quella sud di Punta Sabbioni - Cavallino, e dalle relative spiagge. Dal nuovo terminal vi sarebbe un intenso traffico di catamarani impiegati a trasportare i turisti in laguna  e a riportarli indietro. Si prevede che il nuovo pontile sia dotato di cabine elettriche per consentire alle grandi navi ormeggiate di collegarsi alla rete per garantire i servizi a bordo senza accendere i motori.
Bisogna considerare che se le navi tenessero accesi i motori il livello di inquinamento atmosferico nella zona sarebbe estremamente deleterio.
Il consiglio comunale di Cavallino-Treporti ha già bocciato il progetto che potrebbe avere un impatto ambientale sconvolgente per la penisola di Cavallino, per i suoi campeggi e le sue spiagge. Discorso analogo vale per le spiagge del Lido.
Si tratterebbe di valutare anche l'impatto sull'isola turistica di Sant'Erasmo, situata proprio di fronte alla bocca di porto e ben identificabile nell'ultima immagine della serie.
Questa zona della laguna non ha pace. Dopo gli infiniti lavori per la discutibile realizzazione del MOSE, che incombe anche sulle altre bocche di porto, ecco ora questa nuova prospettiva sicuramente poco allettante.