martedì 10 giugno 2008

I campi coltivati di Via Croce Rossa

Ho ritrovato qualche giorno fa questa foto che ritrae un campo arato a ridosso della città.



L’avevo scattata nel settembre 2007. Sullo sfondo si vedono le mura del cimitero e, oltre la fila di alberi che delimitano la ferrovia, le due torri e il campanile della Gran Madre di Dio. Non è venuta molto bene: è un po’ in controluce. Infatti l’avevo buttata in fondo a un cassetto. Quando me la sono ritrovata in mano per caso mi ha, però, mi fatto riflettere.
Ho pensato che questa zona di Via Croce Rossa diventerà presto strategica.
Eccola in un’immagine dal satellite, tratta da Google Maps:

Nel punto 1, da cui la foto è stata scattata, si vede anche un tratto di Via Croce Rossa. Nel punto 2, si riconoscono il fabbricato della stazione e la bianca costruzione delle “torri gemelle” (nell’angolo destro in basso dell’immagine). In questa zona fervono lavori di trasformazione urbana destinati a collegare, tramite il nuovo sottopasso sotto la piazza della stazione, Via Carducci con Via Mazzini, con il sottopasso (il vecchio “voltone”) che collega il centro storico con Via Croce Rossa, appunto, e, soprattutto, con Via Marconi e la tangenziale.
Ma, se non ricordo male, anche la zona 1 dovrebbe presto essere interessata da lavori.
Osserviamo la situazione con una prospettiva più ampia:

Il punto 2 indica la zona del voltone con il prolungamento di Via Marconi, che fiancheggia il parcheggio accanto al cimitero e si collega con la nuova uscita della tangenziale.
Il punto 1, invece, indica la zona del futuro sottopasso di Via Croce Rossa – Via Mascagni che dovrebbe rappresentare il secondo asse viario di collegamento tra il centro della città da una parte e tangenziale ed A1 dall’altra.
In tal caso quella specie di trapezio sghembo ed irregolare compreso tra tangenziale nord, Via Marconi e Via Croce Rossa diventerebbe forse molto appetibile per diversi soggetti economici, dato il traffico, in entrata e in uscita da Fidenza, che transiterà su quelle strade.
Quindi viene da chiedersi: ci saranno ancora quei campi coltivati nel 2010-2011?

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